Febbraio 2018
Riflessioni sul viaggio di Virginia Vandini
"Fuerteventura è un'isola che ti spiazza. La devi amare, amare e poi, ancora amare. Arrivi qui convinto di avere il controllo della vita, del tempo e delle cose da fare per renderti conto che la situazione non è esattamente così. La natura magica, ancestrale di questo luogo si esprime in tutte le sue facce, ti accoglie ma ti mette anche di fronte a delle prove che sono poi le tue paure, le tue difficoltà, le tue resistenze.
Sei giorni di pioggia battente potevano essere vissuti forse in soli due modi: rassegnati in albergo imprecando per la sfortuna oppure imparando a stare nel presente godendo della bellezza che ti viene offerta in quel momento secondo forme e modalità sicuramente diverse da quelle che ti sei immaginato prima di partire. Abbiamo scelto la seconda possibilità e siamo stati ripagati con delle esperienze irripetibili, indelebili dalla memoria. Come la sensazione del vento così intenso da farti quasi sbattere alle pareti dell’edificio del Mirador mentre, davanti a te, si manifesta uno spettacolo senza uguali di blu, gialli, verdi, azzurri, grigi in un movimento continuo impossibile da catturare in un fotogramma. Percepire in quel vento il ruggito della Grande Madre che vibra con una potenza così profonda da risvegliare, in ogni più piccola cellula, la tua grandezza, la tua forza, la tua energia. Lo scoiattolo curioso che prende il nutrimento dalla mano per poi correre a rintanarsi non appena si accorge di un corvo che sta volando sopra di lui. Preda e predatore, il gioco delle parti che ti riporta al ritmo semplice, naturale della vita. Rocce lisce, scivolose che ti invitano a un passo sicuro, ti costringono all’equilibrio per non cadere e raggiungere una casina bianca incastonata tra pietre, rivoli e laghetti d’acqua dove, si dice, è apparsa la Madonna. Entrare in quella stanza di culto e trovare oggetti e scritte profane sui muri percependone tutta la sacralità. La stessa sacralità che ritrovi nelle grotte buie di Ayui, il ventre di tua madre, dove sei stato concepito per poi venire alla luce e sederti sopra uno scoglio ancora umido e guardare il sole. Lo fissi, lo contempli qualche istante e ti senti rapito, ipnotizzato. Chiudi gli occhi per trattenere tanta meraviglia che non è finita. C’è ancora un dono: l’immagine di un cristallo, un cuore di cristallo che è l’altro sole al centro della terra. Così ciò che è fuori lo ritrovi dentro di te e cade ogni senso di separazione. Ti scopri integra, ti scopri perfetta, ti scopri pura. Ecco cosa ti regala Fuerteventura se scegli di rischiare, di andare fino in fondo, in una parola di amare ed essere amore senza se e senza ma.”