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Stefania Ricci

Stefania Ricci

Pedagogista, Specialista in Tecniche Vibrazionali, Trainer di Chinesiologia Emozionale, Trainer e Docente di Costellazione Familiari, Ideatrice del Metodo Sistema Famiglia.

Sin da bambina ho sempre contemplato la natura, mi perdevo nell’osservazione attraverso la quale diventavo una cosa sola. Sentivo l’unità e beatitudine con il mare, con il sole, con gli alberi, con il prato, con le montagne. Mi svegliavo, tornavo nella realtà bruscamente sentendo la voce di mia madre che ripetutamente mi chiamava e tutto diventava difficile: in famiglia e a scuola.

Crescendo intuivo che tutto ciò che riguardasse le relazioni, soprattutto familiari, fosse condizionato da fattori esterni che però non riuscivo a comprendere fino in fondo.

Arrivo da una famiglia in cui di base c’era una praticità commerciale. Ero il factotum di mia madre che aveva un negozio di abbigliamento e di mio padre che era un agente generale di una grande compagnia di assicurazioni. Ero brava in tutto quello che facevo ma sapevo che quella non sarebbe stata la mia vita.

A 28 anni mi iscrissi all’università, interrompendo quel destino che avevano deciso per me.

Ho seguito la mia vocazione che non sapevo in quale direzione mi spingesse. La mia convinzione diventava sempre più forte: il condizionamento ambientale ci intrappola e non ci permette di essere chi siamo.

Dopo la laurea in pedagogia nel 1996 e aver fatto volontariato presso i servizi sociali nonché aver insegnato nelle scuole superiori, decisi di prendere il master in pedagogia clinica e tante altre specialistiche.

Benché fossi molto preparata per lo svolgimento della professione, la modalità “ufficiale” non aderiva al mio pensiero, né riuscivo ad integrarlo nel mio cuore.

Avevo la convinzione che dovesse esistere qualcosa che potesse muovere dentro di me ciò che avevo preso da fuori. Intendo dire che non riuscivo ad entrare nella mia parte più profonda ed osservare cosa mi ostacolasse nell’essere. In quello che sapevo essere la mia essenza.

Tutto rimaneva in superficie a causa dei miei pensieri che la facevano da padrone e le mie conoscenze rimanevano teoria. Ero intrappolata nel mio dialogo interiore poiché pieno di contraddizioni.

Dovevo assolutamente trovare il modo di trasformare la conoscenza in consapevolezza.

Mia sorella nel 1999 mi parlò dei Fiori del dr. Bach e della loro proprietà vibrazionale. Per eccellenza sono una scettica e forse è una fortuna perché voglio capire, ricercare e studiare. Per me era strano che un’acqua cosiddetta informata potesse avere le capacità di cui mia sorella mi aveva parlato, sul corpo e sulla mente.

Tuttavia il mio approccio lavorativo è sempre stato olistico, improntato nel prendere in considerazione la persona nella sua totalità e complessità, un tutt’uno di corpo mente e spirito. Per questo motivo non fu difficile per me approfondire.

Così, mi sono dapprima avvicinata e poi ho iniziato a studiare e a sperimentare i rimedi cosiddetti vibrazionali: Fiori del dr. BachLuci White e Biorisonaza olografica.

Nel 2002 sono diventata trainer della scuola californiana Three in One Concepts (kinesiologia emozionale) e nel 2004 terapista della tecnica Bowtech dell’australiano Tom Bowen.

Il mio lavoro si è sempre basato sulla volontà di destrutturare il condizionamento ambientale derivante dal sistema di credenze che crea la coscienza personale e collettiva della stirpe. Attraverso questo percorso il mio entusiasmo era alle stelle, le persone rispondevano egregiamente alle “metodologie o tecniche innovative”.

L’applicazione delle tecniche vibrazionali si era rivelata fondamentale dal momento che si dimostravano in grado di sciogliere nella persona nodi energetici fisici e mentali generati da disagi emotivi emozionali.

Nel 2006 ho cominciato la formazione con Bert Hellinger di costellazioni familiari evolute in spirituali. È stato un amore a prima vista. Quando ho cominciato a frequentare la Hellingerschule il mio cuore si è espanso immediatamente. Un uomo saggio incasellava, cioè metteva al posto giusto, in maniera superba e in modo teorico-pratico ogni mio pensiero, ogni mio studio relativo alla destrutturazione del sistema di credenze, ossia lo scioglimento di quelle sovrastrutture che intrappolano l’uomo.

Durante il percorso con Bert Hellinger, nel contempo, ho frequentato e sono diventata trainer della Scuola dell’amore nella Famiglia (Jirina Prekop) e del metodo dell’abbraccio fermo secondo Prekop.

La tesi che scrissi nel 2011 per completare il corso di formazione con Hellinger era stato un elaborato tecnico che mi costò molta fatica. Infatti una volta consegnato non ebbi più la volontà di rileggerlo. Due anni dopo mi ritrovai la tesi tra le mani e cominciai a rileggerla pensando che la descrizione dell’esperienza lavorativa sul campo fosse preziosa per un pubblico aperto a nuove conoscenze, pertanto fu rivista e corretta. Ne nacque un libro “Dall’amore cieco all’amore consapevole”. Relazione tra la pedagogia e le costellazioni familiari.

Lo scopo fu quello di divulgare l’esistenza di metodologie e tecniche energetiche utili a liberare l’uomo dalla gabbia mentale, ideando, successivamente, il Metodo Sistema Famiglia.

Un metodo rivolto a tutti: dal singolo individuo, ai genitori, insegnanti, educatori, counselor, psicologi, medici, etc. attraverso il quale è possibile conoscere i processi con cui si forma l’identità del bambino dal concepimento (0) a 7 anni. Bambino che diventerà un adulto.

Il metodo nasce per restituire la consapevolezza ed interrompere certe ripetizioni in ambito familiare poi scolastico e sociale. Interrompere il cosiddetto Copione. Il 1° modulo è on line ed è stato messo gratuitamente a disposizione di tutti.

La ricerca mi spinge, quando mi è possibile, ad ascoltare colleghi e scienziati.

Il caso (che non esiste) volle che arrivai ad un evento tenutosi a Roma il 17 novembre 2017, presso la Sala Oriana della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione.  Ero lì per ascoltare la scienziata Giuliana Conforto. Inizialmente non avevo ben capito chi avesse organizzato l’evento. I lavori iniziarono e, immediatamente, nel centro del mio corpo si apre uno spazio, ascolto la voce di una donna. Argomentava la possibilità di andare oltre gli insegnamenti tecnici per costruire una nuova cultura nelle aule universitarie, attraverso un progetto educativo “Unicità”. Questa persona ci sollecitava nel chiederci chi siamo. Pensai:un capovolgimento educativo! Mi chiesi: Sogno o son desta? Non esagero quando dico che dallo sgomento mi girava la testa… ero a casa. Sentir parlare Virginia Vandini, la Presidente de “Il valore del femminile”  ideatrice del progetto “Unicità” apriva scenari da me conosciuti. Fu meraviglioso, io e le mie cellule esultammo.

È molto difficile che dopo questo tipo di eventi mi avvicini a qualcuno, se non altro per la confusione che si crea…. Invece quel giorno a conclusione dell’incontro mi avvicinai e dopo la scambio di due battute Virginia mi diede il suo biglietto e mi disse chiamami…. Per varie vicissitudini sono passati sei mesi e finalmente ci siamo incontrate. Uno scambio emozionante pieno di umanità condito da grande umiltà! Ed eccomi qui a far parte dell’associazione. “Unicità”.