Prima Edizione - novembre 2017
Riflessioni sul viaggio di Virginia Vandini:
"Giovedì 30 novembre. Sono seduta in calzoncini e maglietta di fronte all'oceano. Da sabato scorso mi trovo a Fuerteventura. Un'isola splendida nei colori, nei profumi, nei paesaggi. Per la prima volta ho scalato una montagna. È stata una salita e una discesa straordinaria.
“Giovedì 30 novembre. Sono seduta in calzoncini e maglietta di fronte all’oceano. Da sabato scorso mi trovo a Fuerteventura. Un’isola splendida nei colori, nei profumi, nei paesaggi. Per la prima volta ho scalato una montagna. È stata una salita e una discesa straordinaria.
Ho sentito lo spirito del monte pulsare dentro di me. Un amore totale e incondizionato sebbene abbia rischiato di scivolare giù. Guardo i lividi della caduta e sorrido. A volte le sfide più difficili, lasciano delle ferite che non fanno male. I momenti che porto dentro il mio cuore sono tanti e diversi: le persone conosciute, le emozioni provate, i luoghi visitati. Lancio dei flash in ordine sparso che percepisco come tutte parti di me: l’autenticità sperimentata sulla montagna sacra, il turbamento davanti alla bellezza del Belvedere di Morro Velosa e poi la paura dentro una delle grotte di Ajuy, la tenacia e la perseveranza durante l’arrampicata sulla montagna Rossa, la spensieratezza nella spuma bianca dell’atlantico, la centratura e la forza negli allenamenti mattutini sentendo il corpo con tutte le cellule che si risvegliano, la solitudine percepita tra km di deserto bianco. Una grande solidarietà femminile, il tempo come se si fermasse, dilatato, il cibo un rituale di convivialità e condivisione, la finca come un giardino dei sogni, il drago invisibile, i racconti e le testimonianze delle persone che hanno deciso di vivere qui. È uno spettacolo vedere le onde che si infrangono mentre scrivi. E un cane che annusa la sabbia in cerca del suo tesoro. Quale sarà il mio? Progetti, attività, iniziative… la vita è un viaggio alla scoperta di se stessi. Il lavoro, comunemente inteso, soffoca la natura libera e selvaggia. E allora? Corro sulla battigia e scopro che non devo fare nulla perché tutto è perfetto così com’è. Prendere aria a pieni polmoni, benedire e ringraziare la terra che ama e nutre. Lasciarmi accarezzare dal vento leggero che sussurra parole di antica saggezza. L’odore del mare trasuda dai pori della pelle. Alzo lo sguardo e il sole è ancora avvolto da un alone trasparente come se fosse un cerchio in un altro cerchio, simbolo dell’io sono. Tutto qui? Tutto qui. Moscerini delicati viaggiano sospesi dalla brezza, piccole formiche si radunano curiose sul telo, un gabbiano in lontananza vola tra gli scogli perdendosi nel cielo e giovani ragazzi sciano sul mare con la loro tavola da surf. Quanta bellezza è presente in ogni istante. I turisti che si affacciano sulla spiaggia ne restano come incantati. Ogni cosa è, in realtà, stupore, meraviglia, se solo ci accorgiamo dell’amore che racchiude e porta con sè. Respiro colma ricca e felice. Grazie Dio, grazie VITA.”